Sono senza ombra di dubbio gli stracci, gli scampoli e le stoffe più belle della storia dell'arte, che da soli rendono il quadro uno dei più belli della sua epoca. Di che parlo? Ma della culletta in vimini (molto boho-chic) che Orazio Borgianni dipinge in un angolo della sua sacra Famiglia con Elisabetta, Giovannino e un angelo, conservata a palazzo Barberini. In un angolo si fa per dire: immaginatela collocata su di un altare (è attestata presso il convento di san Silvestro in Capite) ed ecco che la cesta è perfettamente all'altezza del vostro sguardo, e cattura tutta la vostra attenzione, distogliendola dal gruppo centrale, peraltro dolcissimo, della sacra Famiglia. Orazio Borgianni segue qui l'insegnamento di Caravaggio, cogliendo nel segno e insistendo sia sul contrasto tra parti in luce e parti in ombra, sia sull'attenzione all'elemento naturale. E chi guarda il dipinto non può che bearsi della bellezza di una stoffa a rigoni, una rossa dai bordi un po' sfrangiati e tante pezze bianche che paiono morbidissime.