Dunque, quella vera (che poi vera non è, o meglio, non è dell'epoca giusta per quello che ci interessa) è nascosta dentro quella seicentesca, pensata da Gian Lorenzo Bernini come una sorta di grande reliquiario splendente: è la cattedra di san Pietro, che chiude visivamente e letteralmente la basilica Vaticana, addossata all'abside di fondo ma ben visibile anche dall'ingresso. Cominciamo dal nocciolo: la cattedra più interna, ritenuta dalla tradizione il trono vescovile di Pietro, è in realtà un'opera medievale, donata da Carlo il Calvo a papa Giovanni VIII in occasione della sua incoronazione. Del tutto invisibile oggi, potete recuperare qualche immagine sul web e cercare di indovinarne il profilo nella macchina barocca costruita da Bernini negli anni Sessanta del '600, immaginando un trono in bronzo dorato sorretto da quattro dottori della Chiesa (sant'Agostino e sant'Ambrogio per la chiesa latina, sant'Anastasio e san Giovanni Crisostomo per quella greca). Miracolosamente leggerissimo, il trono si alza in volo in mezzo a un turbinio di angeli e nuvole in stucco dorato, fino quasi a sfiorare il finestrone che mostra la colomba dello Spirito Santo irrompere in basilica come un'apparizione. Ho controllato le misure, e la tenera colombella ha un'apertura alare di 162 cm, praticamente quella di un gufo reale e più o meno quella di un airone...provate a immaginarlo così la prossima volta che entrate a san Pietro.