Nella basilica dell'Aracoeli ci sono molte opere di pregio: su tutte la cappella Bufalini del Pinturicchio, che da sola meriterebbe l'arrampicata fino in cima ai 124 gradini della scalinata d'accesso (ma per i più pigri c'è l'entrata laterale, che si raggiunge da piazza del Campidoglio), oppure la tomba di Giovanni Crivelli, realizzata nel 1432 da Donatello di passaggio a Roma, o quella di Felice de Fredis...chi è? Semplicemente quello che, cadendo in una buca della sua vigna, scoprì nientemeno che il Laocoonte. E poi c'è un'opera sinceramente mal riuscita, così sgraziata da essere relegata in un angolo del transetto: si tratta del ritratto di Leone X, realizzato da Domenico Aimo per essere collocato all'interno del palazzo dei Conservatori in Campidoglio, e poi spostato qui. Intendiamoci: Leone X non era certo un adone: grande amante dei banchetti luculliani, è sempre in lotta con la bilancia, sfoggia un bel doppio mento e guance paffute da ghiottone tanto che, vedendolo alzare la mano nel gesto della benedizione, viene quasi il dubbio che invece stia chiamando il cameriere per ordinare il secondo...