Tra Casilina e Prenestina, il Pigneto ha una storia insieme antichissima e modernissima. Battezzato alla metà del Cinquecento da Leonardo Bufalini, che fu impressionato dall'unica cosa che questo posto poteva offrire (una lunga distesa di pini), il Pigneto comincia ad essere effettiva parte della città solo dopo la costruzione della stazione Termini alla metà dell'Ottocento. Nasce allora la necessità di trovare casa ai ferrovieri e a tutti gli operai impiegati da queste parti, e vengono costruiti i primi villini (ne restano ancora alcuni dalle parti di piazza Copernico): da allora si corre velocissimi e, pure senza piano regolatore (avete notato che mancano quasi sempre i marciapiedi?) si costruisce, si costruisce e si costruisce ancora. La storia più recente del Pigneto è fatta di una improvvisa popolarità: a un certo punto è diventato il posto dove ognuno voleva vivere (o almeno passare la serata), e altrettanto velocemente quello in cui vivere è diventato sempre più difficile. Chissà che ne penserebbe Pasolini, che ha fatto vivere Accattone proprio qui, e che oggi sorveglia dall'alto la movida caciarona di un quartiere che non ha ancora trovato se stesso.