"Le teste dei pesci più lunghi di questa lapide di marmo fino alle prime pinne comprese saranno date ai Conservatori.
Non si commetta frode.
Non si crederà alla scusa dell’ignoranza": su uno degli scaloni dei musei Capitolini c'è una targa curiosa (bisogna andarsela a cercare con cura però) che, con un bel pesciolone in bella mostra, avverte che le teste dei pesci più lunghi di quello rappresentato sulla targa vanno destinate ai Conservatori di Roma; un'iscrizione simile, ma più semplice, si trova ancora oggi al portico d'Ottavia, là dove nella Roma medievale e rinascimentale si trovava uno dei mercati più frequentati della città: me li immagino i Conservatori che, armati di righetto, andavano al mercato a verificare la metratura dei pesci esposti sui banchi..."questo te lo tieni, questo che è bello grosso me lo metti da parte...questo è troppo piccolo, questo mi spetta di diritto". Lo strano privilegio - particolarmente ambito da chi sognava profumate zuppe di pesce - fu abolito solo con la repubblica romana del 1798...poi uno dice che la politica è tutto un magna magna...