All'alba del 20 settembre di 150 anni fa molti romani (quelli che almeno erano riusciti a dormire) si svegliarono bruscamente al suono delle bombe: l'esercito italiano, che da qualche giorno manovrava tutt'attorno a Roma, aveva cominciato a cannoneggiare nonostante le minacce di scomunica di Pio IX, l'ultimo papa re: il primo punto ad essere colpito fu porta san Giovanni, poi san Lorenzo e porta Maggiore, oltre che san Pancrazio. Il cuore dello scontro fu però a porta Pia dove, ormai alle nove del mattino, si aprì uno squarcio nelle mura (Edmondo De Amicis, che fu testimone de''evento, le definisce "tutte sfracellate") che consentì in breve il passaggio dei bersaglieri, mentre quasi contemporaneamente le truppe pontificie innalzavano la bandiera bianca (che pare, almeno al Quirinale, fosse un poco onorevole lenzuolo). Pio IX non la prese certo bene: offeso, si ritirò in Vaticano dichiarandosi prigioniero e vittima di sopruso, scomunicò Vittorio Emanuele II e invitò i cattolici italiani ad astenersi dal partecipare alla vita politica del Paese. Non expedit, non conviene, disse...che qualcuno ne sia convinto ancora oggi?