Immaginate di essere Borromini: un giorno papa Innocenzo X viene da voi e vi dice: "sai Francesco, per il Giubileo volevo restaurare san Giovanni in Laterano, e pensavo di affidare i lavori a te". Voi che avreste fatto? Borromini avrà di certo pensato che sì, finalmente era arrivato il suo momento, che stavolta Bernini sarebbe rimasto a guardare mentre lui plasmava la cattedrale a suo piacimento. Poi il papa torna da voi, e vi dice: "ah, bada bene che non voglio buttare tutto giù come a san Pietro, anche perché i soldi non crescono sugli alberi. Quindi dovrai conservare il pavimento, il soffitto e il transetto con l'altare. Borromini insomma si ritrovò con le mani legate e, come scrisse un suo contemporaneo, "sudò sangue" per tener dietro la volontà del papa. Ma poi, miracolosamente, riuscì a tirare le fila di tutto, e consegnò un Laterano in cui ogni cosa si armonizza alla perfezione, il soffitto del Cinquecento con l'abside medievale, il pavimento cosmatesco con la navate laterali dove sì, finalmente Borromini potè esprimersi al meglio. E il meglio era per lui un elegantissimo vuoto, un barocco bianco e nero fatto di levare e non di mettere. Provateci voi, a fare un capolavoro togliendo anziché aggiungendo.