Come se non bastassero le basiliche, le fontane, i resti dei templi e dei fori antichi, il Colosseo e il Pantheon, Roma può anche vantare un buon numero di alberi che sono veri e propri monumenti: c'era ad esempio l'alloro che cresceva nell'orticello della villa di Livia ad gallinas albas, e che serviva a coronare i generali vittoriosi ai quali si tributava l'onore del trionfo, il fico, la vite e l'ulivo del foro romano, piantati dalle parti del lacus Curtius (conoscete la leggenda legata a questo posto? Ve ne parlerò presto...), poi la quercia del Tasso al Gianicolo, e - ultimo ma non per ultimo - anche il cipresso di Michelangelo nel chiostro del museo delle terme di Diocleziano. La tradizione racconta infatti che il vecchio Michelangelo, terminati i lavori per la basilica di santa Maria degli Angeli alla veneranda età di 87 anni, piantò quattro cipressi nel centro del chiostro del convento: di quelli che si incontrano oggi passeggiando nel chiostro, uno solo è però quello Cinquecentesco, talmente malridotto che dagli anni Settanta è sorretto da una specie di imbracatura. Altri due sono caduti in occasione di un forte temporale (ancora non li chiamavano bombe d'acqua) nel 1888, del terzo si sono invece perse le tracce. Quel che resta è invece l'inedita immagine di un Michelangelo architetto di giardini, amante del verde e della pace dei chiostri.