Vi ho già accennato al fatto che qualche giorno fa ho avuto l'idea di visitare il museo Barraco senza controllare l'orario. Ecco, era chiuso...poco male tuttavia, se una cosa è certa è che in centro a Roma non mancano le cose da vedere. Ho allora ripiegato su san Girolamo della Carità, la chiesa di via di Monserrato quasi sempre chiusa ma stavolta aperta (sarà che l'universo vuole bilanciare il cancello sbarrato del Barraco? Il karma a volte aiuta...). La chiesa, costruita sul luogo di una casa che aveva ospitato nientemeno che san Girolamo, risale oggi alla metà del Seicento, ed è proprio quello che uno si aspetta quando pensa al barocco. Più di tutto, ero tornata qui per vedere la cappella Spada: ogni volta che la vedo, penso a quello che scrisse Marco Lodoli nel suo Isole. Guida vagabonda di Roma (Einaudi). E, visto che io non saprei parafrasarlo con parole migliori, vi copio un pezzettino del testo, ma poi voi promettetemi di leggerlo tutto questo libriccino che è un piccolo capolavoro romano. Ecco, per Lodoli la cappella Spada è "uno straordinario negozietto di stoffe eterne: un campionario infinito di marmi policromi che fanno pensare a un aldilà gestito da un tappezziere allegro, a un oltremondo di sete e tappeti primaverili sui quali rigirarsi e far capriole senza pesi addosso. La morte vista da qui non è più una porta angosciosa da superare pregando e tremando, ma una tenda leggera e colorata oltre la quale sbirciare la nuova vita che verrà. E davanti alla cappella c’è la più bizzarra balaustra che si sia mai vista: niente austere colonnine, nessun gelido pianale su cui poggiare i gomiti implorando il perdono per i mille peccati, ma due angeli simpatici – evidentemente i bravi commessi del negozio – che distendono fra loro lo scampolo di una delicata stoffa marmorea a righe rosse, un drappo che sembra il sontuoso nastro d’arrivo di un’esistenza fortunata".
C'è forse un modo migliore per descrivere questo posto?