Curioso riflettere su come uno passi alla storia. Prendete Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, che tutti ricordano per una frase (vera o presunta): "nun c'è trippa pe' gatti", pronunciata, pare, espungendo dal bilancio la voce relativa alle frattaglie da destinare ai gatti che, indossati i panni (le vibrisse?) degli impiegati comunali, si occupavano di cacciare i topi negli archivi capitolini. Per capirne invece un po' di più sulla figura quasi mitologica di questo sindaco arriva come il cacio sui maccheroni - volendo mantenere la metafora culinaria - il libro di Fabio Martini, Nathan e l'invenzione di Roma. Il sindaco che cambiò la Città eterna (Marsilio Specchi). A leggere di un sindaco straniero (era nato a Londra) che in sei anni cambia il volto della capitale, denuncia gli amministratori incompetenti, rende efficienti i servizi pubblici e appoggia intellettuali del calibro di Maria Montessori, la domanda è solo una: ma noi nel 2021 che abbiamo fatto di male?