La cosa più bella dello scrivere un libro è scoprire come va a finire.
Ci sono due teorie: chi, già dalla prima riga, ha già chiaro in mente tutto lo sviluppo della storia, e chi invece lascia che siano i personaggi a fare tutto. Io preferisco fare così, o meglio: ho in mente a grandi linee la trama, ma poi mi diverto a seguire quello che i diversi personaggi decidono di fare.
Così, per I biscotti di Cupido, sapevo che c'era un giovane fornaio innamorato e che il dio dell'amore avrebbe combinato un disastro (ma in buona fede) cercando di aiutarlo, ma il modo in cui i due interagiscono, e le avventure che devono affrontare nel corso della storia, quelle sono venute poi, passo passo. E poi è arrivato anche Mercurio, che all'inizio pensavo avrebbe avuto un ruolo marginale.
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E certo, i biscotti nella foto li ho comprati perché erano belli da fotografare, ma ora me li dovrò anche mangiare. Come si dice, è un duro lavoro...
