Sono andata a vedere la mostra delle Scuderie del Quirinale, Arte Liberata. 1937 - 1947. Capolavori salvati dalla guerra, con un solo obiettivo: tornare a incontrare la Madonna di
Senigallia di Piero della Francesca, che è per me uno dei quadri più belli del mondo. Del resto non sapevo quasi nulla.
Entrare nella prima sala e vedere allora il discobolo Lancellotti, e subito dietro una foto di Hitler, è stato allora come un pugno nello stomaco, e la sensazione di disagio mi ha accompagnata per tutto il percorso, anche di fronte a Piero. Perché la mostra ripercorre gli anni della seconda guerra mondiale dal punto di vista dei funzionari
ministeriali e degli storici dell'arte che si sono trovati di fronte a un compito apparentemente improbo: mettere al sicuro il patrimonio culturale italiano, le chiese, i palazzi, le torri, i
monumenti, le sculture, i quadri, i quadri, i quadri, i quadri, i quadri (tantissimi quadri), i libri e tutto il resto, tutto quello che da un momento all'altro rischiava - se andava bene - di
finire in Germania, o di essere distrutto dai bombardamenti.
Una vera e propria Resistenza, che ha visto protagonisti personaggi dai quali nessuno si sarebbe mai aspettato atti eroici, ma che hanno deciso di rischiare
personalmente, battendo le province italiane in bicicletta, o con la Topolino, per mettere al sicuro quante più opere riuscivano a trovare, nascondendole in posti sicuri, o addirittura in casa.
Sono, tra gli altri, Pasquale Rotondi, Emilio Lavagnino, Palma Bucarelli, Bruno Molajoli, Jole Bovio Marconi, il chiacchierato Rodolfo Siviero: a loro va il merito di aver messo al sicuro una
parte della nostra storia, della nostra identità. Di aver salvato la mia Madonna di Senigallia che, credetemi, è il quadro più bello del mondo.