Cos'è importante? Sapere cosa si è, quello che si vuole. Helmut Newton lo sapeva bene: "il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre, divertire e intrattenere". Lo si capisce subito, non appena si entra all'Ara Pacis per vedere la mostra dedicata al fotografo tedesco, visitabile fino al 10 marzo 2024. Il suo, nonostante il trascorrere dei decenni, è uno sguardo preciso e sempre riconoscibile, ma mai banale. Avete presente le sue foto di moda? Belle, concepite come fossero storie, racconti cinematografici, elegantissime nel bianco e nero nettissimo, seducenti (andate a cercare il ritratto di Catherine Deneuve) e allo stesso modo raffinate - quelle per Yves Saint Laurent sono le mie preferite - geniali nel mostrare il nudo.
Ecco, il nudo: devo confessare che gran parte della mia conoscenza del mondo di Helmut Newton era limitata ai suoi Big Nudes, ma non avevo mica capito da dove venissero fuori quei corpi. E poi invece, vedendo i suoi scatti esposti assieme, uno accanto all'altro, ho avuto come l'impressione di entrare nello studio del fotografo, vedere le modelle posare prima vestite, e poi - nella stessa posizione - mostrarsi nude e vulnerabili, ma insieme forti come valchirie. E ho concluso che i suoi nudi non sono mai, ma proprio mai volgari; basti andare a vedere quello esposto nella sezione dedicata agli ultimi lavori.